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Cinema e Terapia


Cinema e Terapia

  • Domenico Carbone

C'è un collegamento tra il cinema e la terapia?  La psicologia e il cinema possono aiutarci a vivere meglio ? Possono migliorare il nostro benessere?  Il cinema è un'arte moderna. Nasce circa un secolo fa e diventa quasi subito una forma d' arte con diffusione popolare e mondiale. Il cinema è  intrattenimento, spettacolo, divertimento, ma l'aspetto più interessante di questa forma di comunicazione è la sua grande potenza nel trasmettere contenuti e modelli di vita. Siamo la società dell'immagine e la Tv, il cinema e adesso Internet hanno completamente rivoluzionato le forme di comunicazione .

Il cinema può essere adoperato in vari contesti e con varie finalità. Intrattenimento, informazione, pubblicità,  didattica , etc.  L'aspetto per noi più interessante e' la capacità del cinema d'essere uno strumento di conoscenza  ma anche di crescita personale. Esiste un filone cinematografico più sensibile alle problematiche esistenziali. Dopo la visione di questi films lo spettatore è sollecitato a riflettere,ad interrogarsi e a confrontarsi con tematiche che sollecitano la sua anima.  Per mezzo delle  immagini il regista dialoga con lo spettatore, gli trasmette il suo pensiero, lo spinge a mettersi di fronte a situazioni che non possono lasciare il suo animo insensibile. Il regista attraverso l'opera d'arte  diviene in qualche modo un pedagogo.

Nel campo psicologico e psicoterapeutico il cinema può diventare un prezioso strumento. Il buio della sala, l'attenzione concentrata sullo schermo creano dei processi di identificazione e proiezione con e sui personaggi  tali da produrre risonanze emozionali tra lo spettatore e i personaggi del film. Guardare un film è un po' come sognare, la distinzione tra realtà e fiction diventa impalpabile. Numerosi studi confermano l'efficacia di films sull'umore e sullo stato di stress. Cartoni animati somministrati insieme alla vaccinazione hanno prodotto bambini e genitori meno stressati, d'altra parte sono da tempo noti gli effetti deleteri dei films dell'orrore, specialmente su menti fragili.

Lo scopo di una terapia della mente è quello d'indurre un cambiamento positivo per l'individuo e la visione di un film può indurre dei cambiamenti.  Ciò vuol dire che entro limiti ben precisi la visione di un film può essere terapeutico. Un film può essere abilmente utilizzato dal terapeuta come un cavallo di Troia ed in tal modo veicolare, proporre, suggerire, comportamenti  e messaggi alternativi  a quelli più o meno patologici.

Così come il bisturi viene usato dal chirurgo per accedere all'interno del corpo umano , così la visione del film può essere usata dallo psicoterapeuta  per penetrare nell'inconscio e proporre delle ristrutturazioni della personalità. L'elaborazione verbale in gruppo con l'aiuto del conduttore consente di scandagliare i vissuti emozionali e a giungere alla condivisione di esperienze difficilmente esprimibili.

Dal punto di vista psicologico i meccanismi piu' rilevanti prodotti dalla visione cinematografica sono l'identificazione, la regressione, l'amplificazione, l'interiorizzazione. Attraverso l'identificazione si crea un ponte tra lo spettatore ed i vari personaggi. Il buio, la potenza degli stimoli sensoriali fa si che lo spettatore si immerga totalmente nella storia e diventi un tutt'uno con il film. Si crea una risonanza emozionale e lo spettatore vive emozioni come se vivesse nella storia che viene raccontata. Le opere filmiche più riuscite sono quelle che suscitano emozioni potenti . Con la regressione abbiamo un abbattimento delle difese razionali e lo spettatore accetta di entrare in uno stato di dipendenza dal racconto. C'è una sospensione temporale della propria esistenza. Per un paio d'ore lo spettatore può dimenticare le preoccupazioni , le rate da pagare, il lavoro, le tasse e vivere un'altra vita. L'amplificazione avviene attraverso la capacità dell'opera filmica di mettere in evidenza l'espressioni del viso con i primi piani, con l'uso attento della macchina cinematografica, con i suoni. L'emozioni possono così esser amplificate secondo il desiderio del regista. Con l'interiorizzazione abbiamo una connessione intima tra lo spettatore e la storia. Il regista con l'opera d'arte entra nella psiche dello spettatore e trasmette il suo pensiero, la sua visione del mondo. Alcuni films "entrano"  profondamente nello spettatore provocando reazioni potenti. A volte sono provocazioni che servono a scuotere e svegliare animi addormentati, a volte sono vere e propri risvegli. A volte sono sintesi che mettono in connessione nostre parti interne superando scissioni della nostra mente.

Possiamo pensare che la nostra vita sia una continua crescita prima a livello corporeo, poi psichico e poi esistenziale. Possiamo diventare vecchi acidi, oppure sviluppare una saggezza che è la nostra capacità di armonizzare profondamente tutto ciò che siamo stati e che siamo. In questo processo di crescita l'arte ed in particolare il cinema possono avere un ruolo importante. I films possono essere nostri " amici" compagni di viaggio della nostra esistenza ed esserci accanto nel bene e nel male nel momento delle nostre decisioni importanti. Possiamo decidere di seguire l'esempio di quel tale personaggio che in quel film in quella data occasione si comportò in quel dato modo e prenderlo come modello come esempio da seguire. Oppure possiamo cogliere il pericolo che c'è dietro un nostro comportamento apparentemente innocuo ma che poi può rivelarsi distruttivo. Ognuno di noi ha dentro memorizzato films che lo hanno colpito, che magari sono stati visti più volte perché un'opera d'arte ci parla a diversi livelli e può insegnarci cose diverse che ci servono in momenti diversi della nostra vita.

Il film può essere letto con la ragione e con il sentimento. Possiamo osservare il film e cercare di mantenere sveglia la ragione osservandolo con spirito critico. Facendo questo però corriamo un forte rischio quello di bloccare l'identificazione e quindi di non entrare nel processo di risonanza emozionale. Decidiamo allora d'immergerci nella storia e così facendo corriamo il rischio di non capire cosa voleva dire il regista con quel racconto, qual è il significato profondo della storia. Dobbiamo quindi imparare ad entrare nelle emozioni e contemporaneamente mantenere sveglia la mente. Si può fare un'analogia con ciò che avviene nel setting analitico al terapeuta che ha il compito d'ascoltare il paziente comprendendo con la mente le ragioni che vengono raccontate e contemporaneamente mantenere un ascolto profondo dell'emozioni del paziente e delle proprie emozioni in modo da fare quel lavoro di connessione che il paziente spesso non sa fare.

Così come nel sogno c'è un contenuto manifesto ed uno latente così come ci ha insegnato Freud, anche nel film c'è una storia manifesta raccontata e contemporaneamente c'è il mondo del regista sotto le immagini , c'è il modo come lui vede la vita, come vede i suoi problemi, sia sociali che esistenziali e l'io dello spettatore entra in un dialogo profondo con l'opera d'arte.

Dicevamo che il film può essere nelle mani del terapeuta come un bisturi per entrare nella psiche delle persone e così come esistono varie tecniche d'intervento, esistono vari modi per "usare" un film nel processo terapeutico. Esistono inoltre varie teorie della personalità, per cui un terapeuta Freudiano userà un certo film in un dato modo mentre un terapeuta Iunghiano lo userà in un altro.

 I fondamenti teorici a cui faccio riferimento sono l'Antropologia Personalistica Esistenziale, la Sophia-Art e la Cosmoart, discipline ideate dal Prof. Antonio Mercurio. Attraverso la sophiart e la Cosmoart da più di venti anni sono state accumulate esperienze in Italia e all'estero sull'uso del cinema nel processo terapeutico. I primi "week-end intelligenti" furono realizzati nei primi anni '90 e consistevano in laboratori esperienziali che duravano un week-end. Si cominciava il lavoro con una visione collettiva di un film e poi seguivano lavori che consistevano in una discussione guidata dai conduttori a cui seguivano lavori di gruppo che facevano riferimento a tecniche di varie arti-terapie

Il metodo sophiartistico consiste nello studio delle opere d'arte filmiche per carpire i segreti dell'opera d'arte per poi imparare ad applicarli nella vita. L'artista è colui che per definizione sa creare nuove sintesi creative che mette poi a disposizione dell'umanità. La sintesi degli opposti e la fusione del positivo e del negativo sono elementi fondamentali  che caratterizzano ogni opera d'arte ed ogni processo creativo. La fusione del positivo e del negativo presuppone il superamento del pensiero schizofrenico ed introduce il pensiero circolare. La sophiart presuppone l'esistenza dentro ogni essere umano di una creativtà che aspetta d'essere realizzata. C'è una bellezza che dorme dentro ognuno di noi e l'Io –Persona ha il compito d'entrare in contatto con questa creatività e svilupparla.

In che modo si può fare una chiave di lettura sophiartistica di un film ?  E' necessario vedere più volte il film.

In questo modo è possibile identificarsi emotivamente con i personaggi , non solo con il protagonista ma anche con tutti gli altri e poi effettuare il necessario distacco per cogliere gli aspetti emotivi e razionali. Possiamo leggere i vari personaggi del film come parti del nostro Io. Vanno inclusi in questo processo d'integrazione anche la musica, l'inquadratura, il montaggio, etc.

Quando abbiamo realizzato le identificazioni emotive possiamo leggere i passaggi e le trasformazioni della storia come aspetti che ci riguardano come esseri umani, come trasformazioni possibili, come conflitti possibili che stanno dentro di noi.

E' importante osservare le scene iniziali e finali del film, così come sono molto importanti i colpi di scena cioè quei momenti in cui il film cambia il registro narrativo e la storia prende un altro ritmo. E' molto importate inoltre cogliere quelle soluzioni linguistiche particolari che il regista sceglie per condensare il suo messaggio (particolari inquadrature, movimenti di macchina, etc.)

E' importante inoltre fare molta attenzione alle immagini finali perché il regista può modificare completamente il senso del film con le ultime immagini.

A questo punto è possibile scegliere una chiave di lettura che rappresenta un taglio particolare, un interpretazione possibile, che non è l'unica, perché l'opera d'arte si presta ad innumerevoli interpretazioni.

La visione collettiva del film amplifica inoltre l'emozioni e quindi sarà possibile, dopo la visione, condividere l'emozioni e fare una riflessione collettiva sui temi proposti dal regista e sull'interpretazione data dal conduttore.

Il lavoro può essere ulteriormente arricchito suddividendo in piccoli gruppi i partecipanti che in modo da sviluppare alcune tematiche con l'uso di vettori artistici, ovvero la danza, il teatro, etc .

Una conclusione con la raccolta delle emozioni rappresenta un modalità consigliata perché siamo fatti di corpo, mente, emozioni e quindi è importante saper dare il giusto spazio ad ognuna di queste parti.


Dott. Domenico Carbone
Psicologo Psicoterapeuta a Roma

AMBITI DI INTERVENTO

  • Psicoterapia individuale
  • Psicoterapia di coppia
  • Psicoterapia di gruppo
  • Dipendenze (affettive, sessuali, alimentari, etc ..)
Dott. Domenico Carbone - Psicologo Psicoterapeuta a Roma
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