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La sophianalisi e la cosmoart : la fase edipica e quella intrauterina.


La sophianalisi e la cosmoart : la fase edipica e quella intrauterina.

  • Domenico Carbone

“ 11th International Congress in St. Petersburg “ Psychotherapy and psychological counseling – results and vectors of development”
28 March – 29 March in St. Petersburg

La sophianalisi e la cosmoart : la fase edipica e quella intrauterina.

di

Domenico Carbone

“ Se gli uomini potessero scegliere ogni cosa da soli
per prima cosa vorrei il ritorno del padre “
OMERO ODISSEA  XVI

Siamo tutti figli ma non tutti diventiamo genitori.  Il passaggio da figlio a genitore è un momento di crescita della persona. Si passa da una fase in cui ci si aspetta di ricevere protezione, cura, amore a una in cui ci si prende cura di qualcuno, restituendo ciò che si è ricevuto. Non necessariamente bisogna diventare genitori biologici, è possibile adottare un figlio oppure prendersi cura di qualcuno, fare volontariato. Un buon genitore non può essere egoista ed egocentrico, deve essere capace d’ascoltare i bisogni e le necessità del figlio. I genitori in questo periodo storico hanno una grande difficoltà a svolgere la loro funzione educativa. Da padri-padroni siamo passati a padri latitanti. I genitori sono diventati compagni di gioco e i figli piccoli imperatori. La trasformazione da figli a genitori genera una difficoltà ad accettare e comprendere i fenomeni regressivi e le responsabilità che la nuova funzione produce. In un bel libro di qualche anno fa, “Un genitore quasi perfetto”, Bettelheim dava delle indicazioni su come affrontare questi fenomeni regressivi.  Figli di padri troppo autoritari hanno pensato che fare l’opposto fosse la soluzione. cadendo dalla padella alla brace. Durante questi fenomeni regressivi riviviamo alcune ferite, bisogni, convinzioni che si sono strutturati nell’infanzia ripetendo a volte gli stessi errori che i nostri genitori hanno effettuato con noi, mentre a volte per non ripeterli ne facciamo altri. Con il complesso d’Edipo abbiamo imparato da Freud che Edipo uccide il padre perché lo percepisce come un rivale e quindi un ostacolo sulla sua strada. Giace con la madre e questo lo porta alla cecità, alla tragedia. Questa è l’unica strada obbligata?
È una strada che tutti dobbiamo affrontare a prescindere dal comportamento del padre? Se riflettiamo sulla tragedia di Sofocle “Edipo re”, possiamo vedere che Edipo è stato concepito con l’inganno. Laio non voleva figli perché era una persona immatura. Aveva sedotto Crisippo, un ragazzino, e il padre lo aveva maledetto facendogli una predizione: avrai un figlio e lui ti ucciderà. Giocasta, a sua volta era una donna insicura e per avere un figlio ubriaca il marito e lo seduce. Quando poi Edipo verrà alla luce, entrambi decidono comunque di ucciderlo e lo consegnano ad un pastore per abbandonarlo nel bosco ed essere mangiato dalle fiere. Successivamente Edipo uccide il padre e tutta la sua scorta. ma salva un uomo. Quell’uomo è il pastore che aveva avuto il compito di lasciar morire il piccolo nel bosco. Quel pastore aveva disobbedito all’ordine ricevuto ed aveva consegnato il piccolo ad un amico pastore per darlo in adozione ad un’altra coppia regale. Mercurio, ideatore della Sophianalisi, ipotizza da questo racconto che la volontà omicida di Edipo è nata dopo l’azione omicida dei genitori. C’è una soluzione possibile alla fase Edipica senza giungere alla rimozione? Secondo la Sophianalisi è possibile superare questo periodo attraverso il dono, attraverso la consapevolezza e l’amore. Se i genitori si amano, non sono in conflitto e capiscono i bisogni del figlio forse è possibile evitare la tragedia. Il bambino nella crescita ha bisogno di  rispecchiarsi nei genitori. Deve poter presentare il suo Sé e avere delle conferme. Deve poter oscillare tra le due figure secondo il suo bisogno e in una fase successiva unificare le due figure introiettate dentro di sé. Se i genitori confermano le qualità del figlio e lo aiutano a realizzare i talenti che ha dentro di sé, egli non avrà la necessità di uccidere il padre. Quindi il padre non deve entrare in rivalità con il figlio ma deve mettersi da parte per il tempo necessario. La madre non deve creare un’alleanza con il figlio contro il padre ma deve imparare a dividersi e ad amare entrambe le figure. Essere genitori in questa epoca di grandi cambiamenti è molto difficile, abbiamo bisogno di conoscenza e saggezza. Un aiuto possiamo riceverlo dalla Cosmoart ideata da Antonio Mercurio. Questo pensatore ha fatto un’ipotesi interessante sul mito di Ulisse e quindi sulla lettura dell’Odissea, In questo racconto osserviamo la figura di Telemaco, un figlio che ha avuto un padre assente e forse idealizzato. A 18 anni parte alla ricerca del padre rischiando la vita. visto che ii Proci complottano per ucciderlo. Secondo la Cosmoart I Proci rappresentano uno degli ostacoli che il figlio deve affrontare nel suo movimento di crescita. I figli devono passare dal mondo materno a quello paterno. Le madri troppo protettive castrano il desiderio di autonomia del figlio e diventano possessive. Il figlio introietta così una madre possessiva che genera in lui sensi di colpa. Telemaco affronta con l’inganno la madre possessiva, che non vuole lasciarlo andare, nascondendole le sue intenzioni. Affronta anche la madre fallica, sempre rappresentata dai Proci, che vogliono ucciderlo. La madre fallica è la parte materna castrante introiettata. Per creare un buon rapporto tra genitori e figli è necessario creare un’alleanza positiva per affrontare gli ostacoli presenti dentro ogni essere umano. Oltre alla madre possessiva e alla madre fallica un altro ostacolo è l’idealizzazione. In un film recente, “Itaca, il ritorno”, il regista U. Pasolini sceglie una lettura dell’Odissea in cui l’incontro tra Telemaco e Ulisse avviene in un modo conflittuale. Telemaco nel film ha un’immagine idealizzata del padre che non corrisponde per nulla a quella del miserabile vagabondo che ha davanti. Dovrà superare l’idealizzazione per accettare il padre con i suoi dubbi e le sue imperfezioni creando un’alleanza con lui per uccidere i Proci. Il figlio-Edipico ha ucciso il padre e come dice Recalcati: “ caca e fotte ovunque senza rispettare alcuna legge. Invece la figura di Telemaco rappresenta il figlio che cerca il padre, ma non quello perfetto. Il figlio che cerca la strada per essere sé stesso. Bisogna staccarsi dalla gonna della madre per cercare la strada dell’autenticità. L’alleanza tra Telemaco e Ulisse rappresenta un passaggio importante per uccidere i Proci, per uccidere simbolicamente la madre fallica che vuole imporre la sua volontà al figlio. A volte i genitori si impossessano della vita del figlio imponendo uno stile di vita o un modo di essere. Oppure sono troppo protettivi creando paure, sensi colpa e figli immaturi e irresponsabili.
Tornando alla Cosmoart secondo Mercurio l’Io non si forma dopo la nascita ma è già presente nella vita intrauterina. I vissuti intrauterini sono molto importanti e possono condizionare una vita intera. È possibile accedere a questi vissuti attraverso una lettura simbolica dell’Odissea. Le emozioni che Ulisse prova durante il percorso da Troia ad Itaca, possono essere interpretate come i vissuti dell’embrione e del feto dal concepimento alla nascita. I mostri che Ulisse incontra nel suo viaggio sono quelli che ha già incontrato nell’utero di sua madre, in particolare Polifemo, i Lestrigoni, le sirene, Scilla e Cariddi e per finire i Proci.
Un esempio di come può essere usata la Cosmoart in terapia è il seguente: viene da me una donna di 40 anni perché soffre d’attacchi di panico. Ha già fatto una terapia ma il problema non era stato risolto. Ha un fratello più grande. I genitori si sono separati quando lei aveva 21 anni e dopo questo avvenimento aveva sofferto di un periodo depressivo. Sentimentalmente aveva vissuto diverse relazioni deludenti con uomini impegnati comprendendo d’avere una tendenza ad attrarre uomini narcisisti e rifiutanti.  Molto legata alla madre, da adolescente era stata grassa come lei e aveva percepito il padre come rigido e svalutante. Durante la sua gestazione la madre aveva sofferto di frequenti minacce d’aborto. Abbiamo lavorato inizialmente sul rapporto con la figura paterna per capire il senso delle sue precedenti relazioni sentimentali e smantellare il meccanismo della coazione a ripetere. Come dicevo prima nella fase Edipica la bambina ha bisogno d’incontrare il padre a livello affettivo, corporeo e progettuale. Evidentemente questa donna non aveva potuto realizzare questo bisogno visto il forte legame con la madre e la svalutazione del padre nei suoi confronti. Comprendendo la natura delle sue attrazioni e delle convinzioni autovalutanti la paziente ha cominciato a percepire nuovamente il desiderio e a nutrire la speranza di una possibile soluzione alle sue problematiche. Gradualmente abbiamo esplorato lo strettissimo rapporto con la madre. Ho interpretato i suoi attacchi di panico come ripetizioni delle minacce d’aborto avute dalla madre. Per vincere gli attacchi di panico è stato necessario affrontare le paure, i dolori e l’odio presenti dentro di lei sin dalla vita intrauterina. L’odio rimosso è un potente veleno, una fonte continua di distruttività che può essere agita in tanti modi.  Ho ricordato alla donna che nell’Odissea è presente in modo costante Atena, rappresentazione del Sé di Ulisse: nel racconto la dea gli infonde coraggio, forza e speranza. Con l’aiuto di queste interpretazioni la paziente è riuscita a superare le sue paure e adesso è in grado di dormire da sola anche lontano da casa.
Le violenze subite sin dalla vita intrauterina lasciano delle profonde ferite che producono fragilità, convinzioni e fenomeni di autosabotaggio, per cui è importante esplorare questi vissuti e la lettura simbolica del mito di Ulisse è un potente strumento per elaborarli. Riprendendo il discorso sull’odio rimosso, Mercurio afferma che questo può dare origine a un progetto inconscio di vendetta che può esprimersi in mille modi. Un modo può essere quello di rinunciare a realizzare i propri talenti. Un altro può essere l’autosabotaggio. Anche l’autolesionismo può essere l’espressione di un odio inconsapevole verso sé stessi.  La Sophianalisi diventa così un viaggio per accettare e comprendere le violenze subite per poi diventare in grado di percepire e superare le paure, i dolori e l’odio.  Bisogna imparare ad affrontare le paure, accettare, elaborare il dolore e lasciare andare una parte dell’odio per accogliere invece quella parte che può diventare forza da mettere nei propri progetti di vita. La Cosmoart afferma che il dolore è anche una forza cosmica.  Con l’aiuto della nostra creatività possiamo trasformare il dolore in bellezza da mettere nella nostra vita. È importante distinguere le varie forme di dolore. A volte questo arriva dall’esterno attraverso avvenimenti tragici. A volte è presente nelle trasformazioni che dobbiamo fare nella vita, A volte invece sono sofferenze che ci procuriamo in maniera gratuita. La mente in generale si rifiuta d’accettare il dolore. Dobbiamo imparare a riconoscerlo, a capirlo e ad accettare quello inevitabile. Il bruco diventa farfalla e mette le ali. Anche l’Io si sviluppa attraverso continue morti e rinascita. Sono passaggi difficili che possiamo affrontare con la speranza, la fiducia e il contatto con il nostro Sé.

 


Dott. Domenico Carbone
Psicologo Psicoterapeuta Analitico Esistenziale
Docente di Antropologia Personalistica Esistenziale

AMBITI DI INTERVENTO

  • Psicoterapia individuale
  • Psicoterapia di coppia
  • Psicoterapia di gruppo
  • Dipendenze (affettive, sessuali, alimentari, etc ..)
Dott. Domenico Carbone - Psicologo Psicoterapeuta a Roma
P.I. 00192768885

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