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Domande e risposte sulle relazioni malate di coppia


Domande e risposte sulle relazioni malate di coppia

  • Domenico Carbone

Quali sono i segnali che ci fanno capire di avere accanto una persona disturbata?

Sono molti i disturbi che possono rendere la coppia infelice. Se ci riferiamo a disturbi di tipo nevrotico, segnali che dobbiamo non sottovalutare sono gli sbalzi d’umore, la difficoltà dell’altro di accettare la libertà e l’autonomia del partner, l’eccessiva gelosia. Ci sono persone che sono traditori compulsivi oppure vampiri emotivi, narcisisti egocentrici, etc etc. L’elenco è molto lungo.

Quando possiamo dire di stare in una storia malata?

Così come ci sono molte malattie, ci sono anche molte tipologie di storie malate. Un primo elemento su cui riflettere è osservare se nella relazione  c’è violenza di tipo fisico o psicologico.  A volte  amiamo o veniamo amati in modo troppo possessivo. E’ come stare con Calipso, una dea che ti dà la sua bellezza, il dono dell’immortalità , ma non ti permette di sviluppare i tuoi sogni, i tuoi progetti. Ulisse rimane con Calipso sette anni ma poi riuscirà a convincere la dea e partirà. Altre volte il rapporto è fondato sul sadomasochismo. Nelle storie malate si sta bene e male. Ci sono molti sensi di colpa e c’è un’idea sbagliata dell’amore.

Quali sono i traumi che possono, se non curati e superati, rendere un amore tossico o una storia non sana?

Quando veniamo concepiti e poi nasciamo abbiamo tutti una capacità innata d’amare e d’odiare. Ma dentro l’utero e poi da piccoli possiamo subire violenze sia di tipo fisico o di natura psicologica. Abbiamo sin dal concepimento una nostra identità originaria, le nostre caratteristiche fisiche stanno nel DNA, ma abbiamo anche talenti e qualità che stanno dentro di noi. L’ambiente, la società, la famiglia , la cultura influiscono moltissimo sullo sviluppo della nostra mente , per cui c’è un’identità originaria a cui si sovrappone un’identità culturale. La nostra mente ha bisogno di essere nutrita in un certo modo e l’assenza di stimoli o un‘eccessiva presenza di stimoli possono produrre traumi. Abbiamo bisogno d’amore e di conoscenza. Gli abbandoni o le violenze sono traumi tanto più forti quanto più piccolo è il bambino.

Come si sceglie il principe azzurro o l’anima gemella?

Da piccoli abbiamo ascoltato molte favole. Il principe azzurro è il simbolo di un amore che ti fa felice e ti soddisfa completamente. E’ il simbolo di un amore perfetto. Ma l’uomo non è un essere perfetto e tutti noi abbiamo qualità e difetti.
Si rischia così di rimanere imprigionati in un’idealizzazione che rende la vita insoddisfacente. Il principe azzurro può essere l’idealizzazione del padre per cui ogni altro uomo non potrà mai essere all’altezza. Soddisfa inoltre un pregiudizio e cioè che l’amore è qualcosa che si deve cercare. Sarò ricco e sarò amato. Sarò bello e potente e sarò amato. troverò l’anima gemella o il principe azzurro. Invece bisogna capire che l’amore è una capacità, è un’arte che si può apprendere.

Come fare per non entrare in una discussione animata?

A volte le discussioni diventano animate e producono conflitti inutili. Tra i partners scatta  la volontà d’avere ragione a tutti i costi. Si cerca una verità unica quando la complessità della vita richiede tempi lunghi. All’interno della coppia si sviluppano proiezioni, ovvero sull’altro riviviamo bisogni o antiche ferite. Quando l’altro tocca una di queste ferite a volte scatta una rabbia feroce e una richiesta di risarcimento che sembra non arrivare mai. Quando la comunicazione arriva a quei livelli bisogna capire che la discussione è inutile e dannosa. In quel caso la domanda che mi pongo è “Per me è più importante avere ragione o giustizia oppure stare bene?”  Allora decido di  raffreddare gli animi e propongo di fermarsi e di interrompere la discussione promettendo al partner di avere la volontà di riprenderla in un altro momento quando gli animi si sono placati.

Come si può stemperare un discorso se l’altro ti provoca e tocca i tuoi punti più sensibili?

La vita ci forgia e ci modella. Nel far questo spesso produce dentro di noi ferite che rimangono aperte. Quelli sono i nostri punti sensibili. Dobbiamo imparare a riconoscerli e cercare di curare queste ferite in modo che diventino cicatrici.  Se è il nostro partner che fa questo dobbiamo interrogarci perché abbiamo scelto quella persona. A volte esistono motivazioni inconsce nella scelta del partner. Siamo attratti proprio da quelle persone che sono in grado di scoprire e toccarci in questi punti. In questo caso ci troviamo di fronte ad un bivio. Possiamo separarci da quella persona perché ci fa troppo male oppure possiamo usare quello che sta accadendo per scoprire i nostri punti deboli e curare le antiche ferite.

C’è un modo per curare l’istintività?

L’istinto è una forza naturale. Sono quelle informazioni e reazioni che la specie tramanda per la sua sopravvivenza. Ma l’uomo non agisce solo sotto la spinta degli istinti. Noi abbiamo la ragione, l’emozioni, i sentimenti. Anche gli animali hanno sentimenti, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui certi cani si sono lasciati morire perché hanno perso il loro padrone. Dobbiamo imparare a capire le forze che agiscono dentro e fuori di noi per imparare a diventare padroni e signori della nostra vita.

Parliamo d’amore? Che cosa è l’amore?

La parola amore racchiude tante cose. Forse dovremmo usare parole diverse per i vari momenti dell’amore. Parliamo d’amore quando siamo innamorati. Il cuore batte forte, pensiamo sempre alla persona amata e vorremmo stare con lei o con lui ogni momento. Abbiamo le farfalle allo stomaco. Questo è l’innamoramento. Una fase dell’amore. E’ una condizione interna. Posso essere innamorato e l’altra persona può non saperlo. Come Dante con Beatrice.  E’ un sentimento. Può succedere però che una persona provi questi sentimenti e poi agisca in modo violento verso la persona che dice d’amare. L’azione di picchiare o uccidere si può chiamare amore? Sicuramente no! Quindi l’amore è un sentimento ma anche un’azione, anche una decisione. I greci chiamavano questa forma d’amore Agape. Per una buona relazione di coppia è necessario che ci sia Eros, Agape ed intimità. L’amore come sentimento cambia forma nel tempo. Abbiamo l’amore fusionale , quello che corrisponde all’amore del feto con l’utero. E’ l’amore che fa dire “  tu sei la mia vita” , “ senza di te non posso vivere”, “ tu sei tutto per me”. Poi c’è l’amore simbiotico. E’ l’amore che il bambino piccolo prova verso la madre nella fase dell’allattamento. C’è una grande dipendenza reciproca ma ci sono alcuni margini di libertà. Sono quelle coppie che fanno tutto insieme e che non si concedono spazi autonomi. E’ il regno della possessività. Poi c’è l’amore passionale. Questo è il tipo d’amore che si vive quando c’è un impedimento. E’ il caso di Giulietta e Romeo. E’ un tipo d’amore che si prova con l’amante, verso la persona che è già impegnata. E’ l’amore che il bambino o la bambina vive nella fase Edipica. E’ l’amore che la bambina prova verso  il padre da cui vuole essere accolta ed amata ma percepisce la madre come un ostacolo o il bambino verso la madre. Se il bambino o la bambina non hanno vissuto bene questa fase una volta adulti potrà succedere d’essere travolti da una passione che rompe un difficile equilibrio raggiunto. Questo tipo d’amore è molto raccontato nella letteratura e nel cinema.  Come dice E. Fromm l’amore è un’arte che si apprende e questo può avvenire se si vive fino in fondo la propria solitudine rompendo così la dipendenza affettiva da tutte le figure proiettive e reali.  La forma più alta dell’amore è quella dell’amore maturo che è caratterizzato dall’essere un potere attivo che crea sé e l’altro come Persona. E’ come la trave che unisce due colonne. Ogni colonna è in grado di reggersi da sola ma con la trave i due esseri diventano uno. Come dice A. Mercurio l’amore maturo è gioia di condividere e di partecipare sé e le proprie cose.

Come si costruisce un amore?

Noi abbiamo un corpo, una dimensione psichica, una spirituale ed una progettuale. Nella dimensione spirituale c’è la nostra capacità d’amare, di perdonare e di sviluppare libertà. Nasciamo con queste capacità, ma esse si sviluppano nel rapporto con gli altri e con le nostre decisioni. Se abbiamo avuto dei genitori anaffettivi abbiamo ricevuto poco amore e questo è sicuramente limitante. Come già detto una fase importante della nostra vita è la fase edipica. In questa fase il bambino cerca la madre in modo affettivo, corporeo e progettuale. Se la madre accoglie queste tre pulsioni e il padre non le castra, il bambino che poi diventerà un uomo potrà sviluppare meglio la sua autostima e la sua capacità d’amare ed avrà più possibilità d’essere una persona matura. Dobbiamo attraversare le varie forme dell’amore e giungere alla capacità d’amare in modo maturo ed allora la coppia sarà il luogo dove potremo prenderci cura l’uno dell’altro e condividere le nostre gioie e le nostre pene.

Perché a volte si distrugge una relazione d’amore?

Una storia d’amore può finire, è nell’ordine delle cose, ma è triste vedere due persone che si sono scelte ed amate poi odiarsi in modo così accanito. Bisogna però affermare che amore e odio sono a volte strettamente interconnessi. Durante la relazione può succedere che si accumulino risentimenti, conflitti irrisolti. La separazione fa esplodere tutto il negativo accumulato e falsamente superato. Le separazioni difficilmente avvengono con amore. La distruttività che però emerge è un segno evidente d’immaturità. Nell’ultima relazione che noi abbiamo avuto vengono rivissuti i bisogni e le ferite di tutte le relazioni precedenti sino ad arrivare all’infanzia e persino alla vita prenatale. Sul partner vengono effettuate importanti proiezioni. Cioè il partner può diventare, la madre o il padre o può far rivivere episodi vissuti nella precedente relazione. Se noi abbiamo delle ferite emotive ancora attive in esse c’è tanta paura, rabbia e dolore. Quando un amore finisce questa rabbia accumulata può diventare distruttiva e così  l’odio accumulato può scatenarsi.

Quando un uomo colma di regali importanti una donna lo fa solo per generosità o perché lo fa?

Ho letto due libri interessanti uno di M. Mauss e l’altro di Godbout sul dono. In questi due libri si parla del sistema del dono. E’ stato il primo mezzo attraverso cui gli umani si sono scambiati oggetti o servizi. Dopo è nato il baratto e poi il denaro. L’uso del baratto o del denaro può avvenire tra estranei. Il dono no. Il dono stabilisce legami e crea obblighi. L’obbligo di restituire. Se una persona fa regali importanti vuole creare un legame e forse inconsapevolmente un obbligo.

Quando una donna incontra un uomo che dopo ¾ giorni le dice ti amo, dovrebbe credergli?

Il colpo di fulmine esiste. E’ un po’ raro ma esiste. Esistono però uomini seduttivi che dicono molto facilmente “ti amo”, ma in realtà sono innamorati di se stessi o innamorati dell’innamoramento. Quando finisce la fase dell’innamoramento dicono “ non ti amo più”. In realtà sono persone incapaci d’amare.

Dopo la fine di una storia molte persone stanno malissimo, cosa può aiutarli a stare meglio?

La fine di un amore, specie se è durato a lungo è un vero e proprio lutto. La perdita di un amore può essere paradossalmente più intensa della perdita di un genitore. Nel lutto sappiamo che ci sono varie fasi, la negazione, la rabbia , la contrattazione e poi l’accettazione. Queste fasi non vengono vissute per tutti in questa sequenza ma sono presenti quasi sempre. Il modo migliore è stare accanto alla persona dandogli il tempo di attraversare le varie fasi senza negarle ma accogliendole per poi superarle. Se è possibile si può cercare delicatamente di  provare a fare spostare l’attenzione verso la bellezza della vita. Purtroppo molti uomini non riescono a superare queste fasi. Perdere la propria donna per questi uomini è come perdere tutto. La vita non ha più senso. La perdita come dicevo sviluppa tanta rabbia che produce volontà omicida e suicida. In molti femminicidi vediamo che accade proprio questo. Gli uomini hanno molta difficoltà a condividere l’emozioni che si scatenano in questi momenti. Si tengono tutto dentro. Si vergognano di comunicare quello che provano. In nome di una presunta forza e virilità credono che sia sbagliato mostrare il proprio dolore e i propri bisogni. E’ importante in questo caso invitare l’altro ad aprirsi, a superare l’orgoglio e la chiusura ed eventualmente chiedere aiuto a un professionista.

Come si fa a creare bellezza da un grande dolore?

La perdita produce un grande dolore e la mente non vuole provare dolore e quindi mette in atto molti meccanismi di difesa. Ma il dolore fa parte della vita. Bisogna però distinguere tra il dolore necessario e inevitabile e il dolore masochistico. Il primo bisogna attraversarlo, lenirlo e in parte utilizzarlo. Il secondo invece bisogna evitarlo. Il dolore è una forza cosmica che può schiacciarci oppure possiamo imparare ad utilizzarlo. E’ come il petrolio. Se imparo a raffinarlo potrò usarlo nel mio motore. I talenti di ogni persona sono il motore e invece il dolore è la benzina. Dobbiamo imparare dagli artisti che hanno saputo trasformare il dolore che vissuto nella  immettendolo nelle opere d’arte che hanno saputo creare. Prendiamo ad esempio Frida Khalo;  ha subito un terribile incidente che l’ha costretta a stare a letto per tanto tempo.  Il dolore l’ha accompagnata poi per tutta la vita. Lei però ha saputo trasformare il suo dolore e con il suo talento ha creato opere bellissime. Il mito della cosmoart parla della possibilità di ogni persona di diventare artista di se stesso e dell’ universo. Ognuno può sviluppare un Io artista capace di contattare il dolore che ha vissuto e il male che ha realizzato nella propria vita e utilizzarlo per rendere se stesso migliore e questa è un opera d’arte.

Ci sono delle cose che si possono mettere in atto per aiutare le vittime di violenza e di persecuzione a rifarsi una vita con un uomo?

Si reagisce in tanti modi ad una situazione del genere. C’è chi perde la fiducia nel genere umano e si chiude dentro una torre d’avorio fatta di cinismo come fa il personaggio di Humphrey Bogart in casa Blanca, un uomo che sta al Ricky bar e non crede più all’amore. C’è chi è pieno di rabbia e di rancore e vede nemici dappertutto. C’è chi invece è pieno di sensi di colpa e ha perso la sua autostima. E’ difficile dare una ricetta valida per tutti. Sicuramente è importante stare vicino alla persona che ha sofferto tanto, offrire un aiuto per sviluppare le  sue passioni che forse dormono e incoraggiare la capacità di aprirsi nuovamente alla vita, all’amore.

Le andrebbe di provare a descrivermi quali sono le regole per un amore felice, una sorta di manuale…?

Non credo che ci siano regole uguali per tutti, ma sicuramente dei prerequisiti. Il primo requisito è il rispetto dell’altro e per esercitarlo bisogna capire come è fatta l’altra persona e quindi è necessaria la comprensione. Il dialogo è un altro elemento importante e la capacità d’ascolto pure. Per una relazione felice è importante trovare un equilibrio tra l’amore per l’altra persona e l’amore per se stesso. Sono tanti gli elementi necessari.

La sessualità spesso crea una grande attrazione fisica che annebbia il resto. Crede che sia positivo avere un grande feeling fisico?

Avere un grande feeling fisico è un’ottima cosa. C’è chimica, c’è piacere e godimento. Ma la vita non è fatta solo di questo. Una buona relazione è fatta anche di altro. Ci vuole condivisione di valori, di progetti, un’intesa sentimentale e intellettuale. Il mito del Don Giovanni ci parla del rischio di dedicare una vita solo al godimento e al piacere. Don Giovanni ama sedurre, ama il momento fuggente. Mentre sta con una donna già pensa a quella successiva. Poi arriva anche per Don Giovanni il commendatore di pietra che rappresenta una legge della vita che ci dice che ogni cosa ha il suo momento e che fissarsi ad una fase è sbagliato, c’è il rischio di diventare un maiale come accade agli uomini che incontrano Circe, che sono sedotti da una sessualità staccata dal sentimento.

Alla fine è meglio far comandare il cuore, il corpo o la testa?

Forse la cosa migliore è trovare un’armonia tra queste dimensioni creando così una vera e propria opera d’arte. La Sophiart ha proprio questo mito “ Vivere la propria vita come un’opera d’arte”. Studiando le opere filmiche possiamo apprendere i segreti del film per utilizzarli nella propria vita. L’uomo ha sviluppato tante branche della cultura. La scienza, la filosofia, la religione e l’arte. Spesso queste branche non sono d’accordo tra loro. L’arte è forse l’unica branca che sa fare nuove sintesi. Noi abbiamo bisogno di sintesi, perché nasciamo scissi.
Possiamo immaginare di avere un carro tirato da tre cavalli che vogliono andare in direzioni diverse; un cavallo è il corpo, l’altro è la mente e il terzo è il cuore. Se mettiamo un IO-Persona a dirigere il carro potremo scegliere una meta e dirigere il carro nella direzione giusta. Una prima meta è realizzarsi come persona. Un’altra meta è quella di vivere la propria vita come un’opera d’arte e un’ultima è quella di realizzare bellezza nella vita, una bellezza fatta d’amore, di verità e di libertà. Come dicevo noi nasciamo con un’identità originaria. Abbiamo un progetto non solo biologico, ma anche esistenziale. E’ come un sole che sta dentro di noi e che ci dà energia. Ci sentiamo vivi quando stiamo in contatto con questo sole. Chiamiamo questo sole Sè. La vita è un lungo viaggio fatto di tante tappe. Il corpo e la mente si sviluppano se nutriamo bene entrambi. Si puo’ però sviluppare un IO staccato dal Sé e in tal caso abbiamo un gigante con i piedi d’argilla. Per cui dobbiamo fondere l’IO con il Sè. Poi c’è un’altra tappa la fusione dell’Io con il Tu. La coppia però deve aprirsi al mondo e quindi abbiamo da fondere l’Io con il Noi. E infine l’ultima tappa è risolvere il rapporto da tanto tempo scisso tra l’essere umano e il Cosmo, cambiando l’atteggiamento  predatorio verso il pianeta Terra. Dobbiamo imparare a  fondere l’Io con il Cosmo, ma temo che il raggiungimento di quest’ultimo obiettivo  sia molto lontano.


Dott. Domenico Carbone
Psicologo Psicoterapeuta Analitico Esistenziale
Docente di Antropologia Personalistica Esistenziale

AMBITI DI INTERVENTO

  • Psicoterapia individuale
  • Psicoterapia di coppia
  • Psicoterapia di gruppo
  • Dipendenze (affettive, sessuali, alimentari, etc ..)
Dott. Domenico Carbone - Psicologo Psicoterapeuta a Roma
P.I. 00192768885

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